I segreti della spada: presentazione del libro e intervista a Monica Ricci
Anteprima dal libro “I segreti della spada” e cinque domande all’autrice
Il mondo è pieno di leggende, ogni cultura ha il proprio bagaglio di eroi, dei e mostri mitologici. Aletheia è una dei pochi che sa la verità dietro le leggende, perché lei stessa ne faceva parte e vive tutt’oggi sotto falso nome. Abita a Torino, dove finge di essere una normale ragazza che fa scherma e vive con una coinquilina di nome Claudia. Tutto cambia quando in città arriva Morgana una guardiana col compito di allenare eroi.
Un estratto scelto dall’autore
Nascosi il collarino sotto la sciarpa e annuii soddisfatta. Ero Elena, non più Aletheia. Quel nome faceva parte del passato, quella bambina non esisteva più. Chiusi gli occhi facendo respiri profondi, lasciando che i pensieri scorressero velocemente. Da quando Artù era morto avevo vissuto in Inghilterra, viaggiando solo qualche volta per visitare altri Paesi. Poi decisi che era giunto il momento di andarmene e ripresi a viaggiare, avevo visto molti luoghi e tante guerre. Non volevo essere io a cominciarne un’altra, c’era già abbastanza morte nel mondo. Quando tornai vidi Claudia già pronta, con le chiavi in mano. Il suo sguardo era stanco dopo le tante ore fatte durante la settimana.
«Su andiamo. Non vedo l’ora di entrare nella bara di ferro», commentai con ironia. La mia amica alzò gli occhi al cielo e uscì insieme a me. Con quella battutina l’avevo fatta calmare.
Non disse nulla finché non raggiungemmo la macchina, una volta lì mi fermai davanti alla portiera.
«Sta tranquilla, apro i finestrini così ci geleremo insieme», cercò di tranquillizzarmi. Io annuii, ma non riuscii a dire altro, un formicolio si fece vivo nella schiena. Mi voltai e mi sembrò quasi di notare gli occhi viola che mi fissavano, ma sicuramente era solo un’illusione. Perché avrebbe dovuto seguirmi? Così partimmo, pronte all’avventura.
Quando tornammo a casa, ero silenziosa. Claudia teneva in braccio un gatto nero, con intensi occhi viola. Avevamo capito il motivo della cenata coi parenti, solo verso la fine. La madre infatti aveva trovato un gatto sotto una macchina e aveva deciso di affidarlo a noi. Claudia si era illuminata così tanto, che divenne impossibile per me dirle di no, nonostante avessi capito che quel felino non fosse normale. Divertita decisi di farla chiamare Aurora e ricordavo ancora lo sguardo freddo del gatto, ma almeno così imparava a fare certi trucchetti con me.
«Sembra si sia già affezionata a te, i gatti sono indipendenti. Domani le preparerò una cuccetta e andrò a comprare da mangiare», spiegò Claudia allegramente, appena tornammo in casa. Poi corse a farsi la doccia, lasciandomelo.
Mi diressi nella mia stanza e guardai il gatto, finché non sentii l’acqua scorrere. Il felino cominciò a leccarsi la zampa, ignorandomi totalmente, indifferente anche alle mie occhiatacce.
«Pensi di fregarmi così? La tua magia si sente», affermai seria.
«Eppure, prima che la madre della tua amica mi portasse in salotto, tu non mi hai percepita. Stai diventando incauta. Se ci fosse stato un nemico ti avrebbe eliminata», ribatté il gatto, il tono di voce fermo e duro.
«I gatti sono così belli, quand’ero chiamata Bastet li adoravo davvero tanto. Sono così indipendenti e intelligenti. In ogni modo non puoi mandarmi via, resterò qui finché non capirai che hai bisogno di me. Preferivi che mi fingessi tua nonna o tua madre?», chiese con ironia. Sbuffai e togliendomi la maglia gliela buttai vicino. Era meglio come animale, avevo detto a tutti che i miei genitori erano morti in un incidente stradale, la sua comparsa avrebbe solo provocato domande.
«Non mi farai cambiare idea. E domani non verrai con me. Ti lascerò con Claudia. Comunque, fingerti mia madre non ti verrebbe così difficile, lo sei stata a lungo», risposi mentre mi preparavo per la doccia.
«Proprio Aurora dovevi chiamarmi? Mi chiedo ancora perché sia bionda… ho visto ultimamente le nuove versioni. Non mi piacciono», commentò con un piccolo soffio. Aveva ignorato totalmente quello che le avevo detto, proprio come faceva tutte le volte che dicevo qualcosa che non le andava a genio.
«Il nome è bello. In ogni caso ora mi chiamo Elena», le dissi. Un altro soffio da parte sua mi fece capire che non le piaceva granché.
«Fammi chiamare Morgana», ribatté lei riguardo al nome che dovevo farle dare. Io scossi la testa ridacchiando.
«No, ti chiamerai Aurora. Ricordi che sei cattiva in tutte le storie?
Non sarebbe bello darti un nome così», spiegai facendo una faccina innocente.
«Hai trovato una brava amica. È per lei che resti qui? Cosa pensi che dirà quando si accorgerà che non invecchi?», chiese.
Sospirai sapendo che avesse ragione, un giorno Claudia si sarebbe accorta che non invecchiavo e anche Alessandro lo avrebbe capito, per quanta magia potessi usare, non potevo sembrare vecchia troppo a lungo. Stavo cercando di non pensarci, o forse un giorno avrei potuto dir loro la verità.
«Prima o poi morirà, come tutti gli esseri umani normali», aggiunse Morgana.
«Lo so. Ma sono stata sola tanto a lungo. Anche io potrei morire sai? Non invecchio, non mi ammalo. Qualcosa potrebbe accadermi lo stesso, potrebbero spararmi», spiegai scuotendo la testa, decisa a non abbandonarli. La nostra discussione finì quando sentii Claudia uscire dal bagno.
«Spero che tu possa trovare la felicità. Ricorda che io ti voglio davvero bene. Starò al tuo fianco, anche quando tu non mi vorrai. È questo che fa una madre», disse Morgana.
Mi toccai il punto in cui si trovava il simbolo del leone di Artù, tatuato all’altezza del cuore. Chiusi gli occhi e ricordai, mentre l’acqua calda continuava a scorrere lavando via sporco e rabbia. Pensai a quando l’avevo ritrovata dopo che era stata addormentata, il tempo che passammo insieme fino al giorno in cui venne congelata, da allora avevo deciso di lasciar perdere tutto. Quando andai a dormire, Morgana era andata a riposare dalla mia amica, forse capendo che mi serviva dello spazio. Mi conosceva molto bene, così prima di mettermi a letto entrai
e le diedi una carezza. Lei si limitò ad aprire un occhio e poi richiuderlo. Una volta nella mia stanza andai verso la finestra, fuori continuava a nevicare, le macchine erano già imbiancate e notai una ragazza scivolare, gli amici scoppiarono a ridere per poi aiutarla a rialzarsi. Era quello che avrei voluto: una vita normale, ridere con gli altri, scherzare, cadere e farmi male, soffrire per un amore e non per una guerra, o per la mancanza di un padre. Alzai lo sguardo al cielo e sospirai, il passato era tornato a prendermi.
Alla fine, andai a dormire e per una volta non feci sogni strani, non dovetti nemmeno toccare il collarino per sentirmi rassicurata, forse era per la presenza di Morgana, lei mi avrebbe protetta durante la notte.
Intervista all’autore
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di questo libro è nata quando lessi “Le nebbie di Avalon” di Marion Zimmer Bradley. Un’autrice che mi è piaciuta molto e di cui ho letto tutto il ciclo di “Avalon”. Ho pensato che sarebbe stato bello portare questa leggenda al giorno d’oggi.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La difficoltà è stata nel riuscire ad immaginare certi personaggi sotto un’altra ottica, diversa da quella che molti conoscono. Ma sono riuscita a portarlo a termine, con poche difficoltà alla fine.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Io ho parecchi autori di riferimento, soprattutto di romanzi fantasy. Tolkien è uno dei miei preferiti. Marion Zimmer Bradley mi ha fatta appassionare al mondo di Avalon e questi sono i più importanti che mi hanno portata a scrivere questo libro.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Grugliasco in provincia di Torino. Prima abitavo a Torino.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Vorrei continuare a scrivere romanzi fantasy e riuscire ad arrivare al cuore dei miei lettori. In futuro però vorrei anche riuscire a scrivere un romanzo storico, ma quello è un progetto che verrà fatto molto più avanti.
L’intervista è stata riportata fedelmente dal sito «Librinews», consultabile su: https://www.librinews.it/autori/segreti-spada-monica-ricci/.
AUTORE: Monica Ricci
TITOLO: I SEGRETI DELLA SPADA
CASA EDITRICE: Il Seme Bianco
ISBN: 9788833610474
PAGINE: 136 pp.
PREZZO: 13,90€